In un settore come il marketing fieristico, in continua evoluzione, avere ben chiari i numeri e i dati è fondamentale. Tuttavia, prima che con i numeri, lavorare nell’ambito degli eventi e delle fiere significa lavorare con le persone, e non c’è occasione migliore per imparare cose nuove e affinare le proprie skills che farlo ‘sul campo’.
Storie di Fiere
Da una chiacchierata, il confronto con un collega, o un progetto particolarmente ambizioso, in maniera quasi casuale, possono sorgere spunti per implementare idee e best practice a cui non avevamo pensato prima, o capire come evitare errori commessi in precedenza.
Ci piace pensare che condividere ciò che anche noi abbiamo imparato sia un buon modo di far fruttare quanto di buono ci siamo portati a casa da queste esperienze/confronti: sono le nostre Storie di Fiere.
Gestire i problemi
Quella che vogliamo raccontarvi oggi è una storia molto semplice, ma che sicuramente risuonerà con la quotidianità lavorativa di molti di noi: parliamo di ritardi e imprevisti, e come sfruttarli.
Quando si svolge questa breve storia, il nostro Marco Barozzi lavora come sales manager per un’organizzazione fieristica e si occupa della vendita degli spazi e degli stand relativi agli eventi organizzati dalla sua azienda. Sono altri tempi, e i meeting in persona il canale privilegiato per questo tipo di trattative commerciali.
Per questa ragione, Marco si sta dirigendo con il proprio managing director in una città particolarmente lontana per visitare un potenziale cliente, in anni in cui né il GPS né i telefoni cellulari sono oggetti di uso comune. Le mappe stradali rimangono il pane quotidiano dei commerciali, oltre alle indicazioni chieste all’occasionale passante.
Sfruttare gli imprevisti a nostro favore
Come spesso accade, anche allora non era così immediato trovare il luogo di destinazione. E dopo un po’ si smarrimento iniziale, Marco e il suo managing director decidono di pattugliare tutte le strade adiacenti alla sede dell‘azienda cliente, tuttavia senza successo.
Il tempo scorre, e Marco (ma in particolare il suo superiore in preda all’ansia) non è solito arrivare in ritardo agli appuntamenti, per cui abbandonate le mappe stradali, decidono di entrare nel primo bar che vedono e chiedere informazioni direttamente a qualcuno del posto. Notato un telefono all’interno del locale, cambiano idea e per non perdere ulteriore tempo prezioso, chiamano direttamente il cliente.
Grazie alla descrizione dei dintorni e della strada dove si trova il bar, riescono quindi a raggiungere la sede aziendale, che si trovava giusto ad un centinaio di metri di distanza, ma essendo l’insegna poco visibile non era saltata all’occhio in precedenza.
Una volta incontrato il prospect, il clima si distende quasi subito: la difficoltà nel trovare la sede aziendale non è insolita, e anche altri hanno avuto questo problema in passato.
Passato l’imbarazzo iniziale, quello che pareva essere iniziato come un incontro sfortunato, si trasforma invece in un contratto per l’acquisto di uno spazio in fiera (magari con qualche ben congeniata osservazione sull’importanza della ‘visibilità’, nella valutazione della posizione e della struttura dello stand!)
Portarsi sempre a casa una lezione da imparare
Questa breve storia, simile a un qualsiasi imprevisto che potrebbe capitare a chiunque, cosa ci ha insegnato?
Almeno tre cose:
- Ad essere sempre preparati quando i problemi si presentano, per cercare soluzioni alternative;
- A non essere troppo rigidi, ma sempre flessibili, perché a volte quello che ai nostri occhi appare come un problema insormontabile, è invece risolvibile;
- Che è possibile sfruttare gli imprevisti: anche una situazione apparentemente problematica può offrire spunti a nostro favore se li sappiamo cogliere!