L’impegno del Consorzio del Prosciutto di Parma a supporto della sostenibilità ambientale

Chiara Piancastelli, Responsabile Ufficio Ricerca e Qualità del Consorzio del Prosciutto di Parma

Il Consorzio del Prosciutto di Parma vuole essere protagonista del percorso legato alla sostenibilità ambientale e per questo, nel 2022, ha avviato un progetto ad hoc realizzato in collaborazione con il Politecnico di Milano, Enersem e l’ente di certificazione CSQA.

Ne parliamo con Chiara Piancastelli, Responsabile Ufficio Ricerca e Qualità del Consorzio.

Dottoressa Piancastelli, in cosa consiste esattamente il progetto?
Il nostro obiettivo, quando abbiamo iniziato a gettare le basi di questa iniziativa, era quello di definire una politica ambientale per il nostro comparto che fosse al servizio dei produttori per ottimizzare le prestazioni di sostenibilità. Un obiettivo ambizioso, certo. Per questo ci siamo avvalsi di partner qualificati come il Politecnico di Milano che ha definito e realizzato il progetto, il suo spin-off Enersem, che ha sviluppato il software previsto dalla ricerca e l’ente di certificazione CSQA, che ha curato gli aspetti legati alle verifiche. Si è trattato di un lavoro molto impegnativo ma estremamente gratificante, che alla sua conclusione ci ha permesso di attivare per le aziende associate lo schema di certificazione nazionale sull’impronta ambientale Made Green in Italy, un modello promosso dal Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica attraverso il quale, su base volontaria da parte delle aziende, vengono riconosciuti i prodotti di alta qualità ambientale.

Quante sono attualmente le aziende aderenti al Consorzio del Prosciutto di Parma che hanno aderito al progetto?
Tenuto conto che il progetto è terminato nella scorsa primavera e che da lì abbiamo iniziato a raccogliere le adesioni, a fine 2024, su 130 aziende consorziate, quelle che hanno fatto richiesta dell’utilizzo del software sono già una ventina. Un numero destinato sicuramente ad aumentare perché l’attenzione e la curiosità che abbiamo registrato già all’inizio, quando abbiamo illustrato il progetto, si sta positivamente trasformando nella volontà di mettersi in gioco per diventare protagonisti di un’evoluzione che aggiunge valore alla produzione del Prosciutto di Parma, rispondendo a un’esigenza ambientale sempre più pressante. A questo riguardo vorrei sottolineare che pur nelle diverse peculiarità che soprattutto in termini di dimensioni caratterizzano le aziende associate, tutte indistintamente stanno lavorando molto sul tema della sostenibilità ambientale.

A quanto ammonta il finanziamento del progetto e chi se ne è fatto carico?
Il costo complessivo è stato di 280mila euro che si è accollato interamente il Consorzio del Prosciutto di Parma.

Ritenete che questo progetto aiuterà ad aumentare le quote di mercato nazionale e internazionale?
Sì, assolutamente, soprattutto nei Paesi esteri, dove le richieste di standard sempre più elevati sono in costante aumento. Già ora, con la recente introduzione del preaffettato in vaschette di carta, registriamo un rafforzamento della domanda proveniente dai nostri mercati di riferimento internazionali. Si tratta di un’innovazione recente frutto di uno studio iniziato nel 2021 – a cui hanno già aderito un discreto numero di aziende. Sicuramente, rispetto alla plastica, la carta ha al momento un costo superiore, ma è altrettanto vero che la caratterizza un elevato valore di sostenibilità poichè oltre ad essere riciclabile proviene da foreste gestite nel rispetto di rigorosi standard ambientali sociali ed economici.

Avete in cantiere delle campagne di comunicazione per informare il consumatore del progetto?
Certamente e stiamo lavorando per realizzare una comunicazione chiara e facilmente comprensibile perché il tema della sostenibilità ambientale, di cui ormai si parla in ogni ambito, è e rimane comunque molto delicato. Occorre prima di tutto far comprendere bene al consumatore che il processo legato alla sostenibilità non solo richiede molto impegno, ma soprattutto ha bisogno di tempi adeguati per vederne e apprezzarne i positivi risultati. L’inizio di un progetto sulla sostenibilità ambientale non può coincidere con l’immediata soluzione dei problemi legati all’impatto che le fasi di lavorazione di ogni prodotto hanno sull’ambiente, è invece la condizione necessaria perché questo si possa verificare. Il Consorzio del Prosciutto di Parma ha intrapreso questa strada e continuerà a implementare le sue attività, monitorando l’intero processo produttivo che gli compete per arrivare ai risultati auspicati.